Nel vino come nel cibo le persone si stanno riavvicinando a un gusto più vero, un sapore che ricorda il frutto e la terra da cui proviene.
Si tratta di un rinnovamento in corso da diversi anni: i produttori naturali vogliono riportare il vino ad essere considerato un alimento che come tale deve nutrire in modo salutare il nostro corpo. Manifestazioni, mercati, fiere naturali, degustazioni sono nate nell’ultimo decennio un po’ in tutta Italia e il movimento ha conquistato tanti appassionati.
Fino a quest’anno le fiere dedicate ai vini naturali si erano svolte all’esterno del Vinitaly: Cerea e Villa Favorita, due location di grande fascino dove per un decennio si sono riuniti la maggior parte dei produttori italiani insieme a un folto gruppo di francesi e sloveni.
Salendo la scalinata d’ingresso alla villa si aveva la sensazione di entrare in un luogo che racchiude in sé un’idea del vino diversa, a cui un pubblico selezionato ha avuto modo di avvicinarsi per comprenderla: saloni affrescati, luce che filtrava dalle enormi finestre, labirintici sotterranei disseminati di produttori, e i vini.
Lì ti dimenticavi le regole imposte dall’industria del vino, scoprivi che si possono fare grandi bianchi senza controllare la temperatura di fermentazione e magari lasciarli macerare sei mesi sulle bucce e anche in un’anfora interrata. Lì si scopriva la qualità di terreni che non conoscono chimica, di uve che non subiscono la violenza dei prodotti sistemici, di vinificazioni senza additivi né trattamenti di varia chirurgia estetica.
Tutto questo si poteva scoprire solo fuori dal Vinitaly. Ma quest’anno c’è stata una novità: 130 produttori naturali guidati da Renaissance des Appellations hanno animato uno spazio all’interno dell’edizione 2012 della fiera più commerciale del mondo vitivinicolo. Il padiglione ViViT, Vigne Vignaioli e Terroir è stato il fulcro del Vinitaly di quest’anno, un successo oltre ogni aspettativa, che dimostra come i vini naturali stanno suscitando un enorme interesse nel grande pubblico, non solo presso una ristretta nicchia di appassionati.
E qualcosa delle antiche manifestazioni è rimasto: il ViViT è un padiglione semplice, con stand molto essenziali dove quello che risalta è il vino e nient’altro. Una sala non troppo dispersiva che dà il senso di un gruppo compatto di vignaioli, uno a fianco all’altro pronti a versare i loro vini mentre raccontano del loro lavoro.
Un’oasi all’interno della disneyland del vino. Anche così si può comunicare un gusto più vero
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