Equilibrio, gusto, personalità. Nonostante un’annata difficile l’olio 2025 si presenta in ottime condizioni, Ne parliamo con l’agronomo Walter Luigi Antonelli.

Com’è stata l’annata olivicola 2025 in campagna?
Non è stata affatto facile, perché in primavera abbiamo avuto un eccesso di piogge e umidità, infatti parte della produzione è stata compromessa per difficoltà di impollinazione durante la fioritura.
Tuttavia, la scalarità della fioritura e dell’allegagione, avendo diverse cultivar in azienda, ci ha permesso di superare in parte queste avversità.
In zona ci sono state diverse grandinate molto dannose in piena estate, ma per fortuna hanno solo sfiorato i nostri uliveti. Da noi la mosca olearia è stata pressoché assente, e come di consueto abbiamo optato in parte per una difesa meccanica, con uso di polveri di roccia e piccole percentuali di rame, in modo da rendere il frutto dell’oliva meno appetibile per questo insetto. Anche se quantitativamente è stata compromessa in parte la campagna, qualitativamente abbiamo avuto ottime olive e questo ci ha permesso di conseguenza di ottenere degli oli di qualità.

Quali sono le cultivar che quest’anno esprimono di più il nostro territorio?
Tra le nostre varietà la cultivar che si è adattata meglio a questa stagione olivicola è stato il Leccino, varietà diffusa nel territorio della vecchia Etruria e che da noi, in ambiente di media collina arido e ventilato si è adattata particolarmente bene.
Ci puoi descrivere le note salienti degli oli evo 2025 dal punto di vista sensoriale?
Produciamo due oli evo biologici, il Caletra, un cru monovarietale, pluripremiato nei principali contesti nazionali e internazionale e l’Aurina, un classico blend di cultivar toscane. I nostri olivi sono posizionati su tre colline contigue, due di esse ci hanno dato prevalentemente olive della varietà Leccino, le cui migliori partite sono andate a far parte del nostro CRU monocultivar Caletra. Con tutte le accortezze usate durante operazioni di raccolta – mantenere bassa la temperatura delle olive e portarle nel giro di poche ore in frantoio –, siamo riusciti ad avere un olio fruttato, erbaceo, con note di carciofo e una media intensità di amaro e piccante, non eccessivi ma gradevoli. Al gusto, oltre al carciofo si sentono note più fresche di ortaggi come la cicoria selvatica. Questo mix di profumi e sensazioni rende i nostri oli molto gradevoli ed equilibrati.
Il blend Aurinia è risultato molto fluido al palato; dal punto di vista dei profumi si sentono ortaggi freschi, tra cui lattuga e fave fresche. In questo olio la piccantezza è media e l’amaro è leggero.
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