Ogni volta che sento raccontare in modo romantico e idealizzato del vino e dell’agricoltura in genere, sorrido.
Il mio è un sorriso che parte da un’amarezza, e che passa da un consapevolezza che è cresciuta nei sette anni, in cui mi sono impegnata in un investimento che mi vede coinvolta su ogni fronte.
All’immagine idealizzata del contadino che degusta il vino nel suo casale con vista sulle dolci colline, rimango sempre scetticamente perplessa.
Certo, ci sono contadini che hanno ereditato la terra e che magari hanno anche il casale e magari più che contadini, sono le storiche famiglie delle grandi aziende e delle grandi tenute agricole.
In Maremma tanti piccoli proprietari hanno ereditato dai genitori, ma gli stessi genitori erano i mezzadri che nel secondo dopoguerra hanno ricevuto le terre dall’Ente Maremma. Penso che quella fu un’azione meritevole che tra l’altro ha preservato il valore paesaggistico e naturalistico del territorio, che non è stato abbandonato come tanti altri in Italia.
Ma la realtà è che quella terra non gli è mai bastata per vivere. Per sfamarsi sì, per avere un tetto sulla testa anche, certo non per pagare le bollette, le tasse e gli studi dei figli. Per tutto ciò, quel contadino deve ancora oggi lavorare per altri.
Io sono diventata “contadina” sette anni fa, quando è nata La Maliosa. Sono una contadina che vive a Milano, che non zappa la terra, sono un’imprenditrice, ma non per questo mi sento meno contadina.
Perché se quella terra dopo essere stata abbandonata per decenni, è rinata, è viva e continua a prosperare, regalando dei prodotti meravigliosi con una gratitudine che ogni giorno stupisce, è frutto del mio lavoro e della mia iniziativa.
So che potrei apparirvi immodesta, ma chi mi conosce sa come sono orgogliosa di aver restituito al territorio circostante un ecosistema vitale e sano, grazie alla scelta dell’agricoltura biodinamica.
Ma qual è la chiave per far sopravvivere la terra che non si eredita?
E’ obbligatorio che questa terra riesca a produrre ricchezza per chi la possiede, per chi ci lavora e per tutto il territorio intorno, altrimenti resterà un sogno e come in tutti sogni ci sarà un duro risveglio.
L’azienda dovrà aumentare la produzione, far nascere nuovi servizi, e la squadra dovrà crescere di pari passo.
La Maliosa ha lanciato una sfida e vuole vincerla, se ciò accadrà avranno vinto tutti.
Antonella Manuli
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