Ieri mattina mi sono svegliata con un bel sole caldo, poi nel giro di pochissimo, i colori sono diventati saturi e i contrasti sono stati quelli delle nuvole grigie che incalzavano.
Ci siamo ritrovati con i nostri ospiti e abbiamo raggiunto La Maliosa, dotati di ombrello e di adeguati stivali di gomma con l’ottimismo di chi ha voglia di respirare, scoprire e sentire.
La vigna vecchia è invasa dai fiori, l’agricoltura biodinamica infatti, è riconoscibile anche da questo: in mezzo agli ulivi, alle vigne è tutto un campo fiorito. Sono i sovesci, una mescola di semi piantati nei mesi precedenti. Sotto la vite invece si usa ancora la zappa, per muovere il terreno e pulire.
Pioviggina, ma Enrico Bachechi racconta il lavoro di recupero di questi anni sulla vigna vecchia. Abbandonata per soli due anni, una vigna storica può perdere velocemente il suo valore, ha bisogno delle continue cure e dell’attenzione dell’uomo…
Per raggiungere gli uliveti facciamo una passeggiata. in poche centinaia di metri ho trovato i ciclamini selvatici di un fucsia acceso bellissimo, il pungitopo, il caprifoglio, gli asparagi selvatici (che mi sono rosicchiata), le ginestre quasi pronte per la fioritura, le viole selvatiche, la borragine con il blu intenso…
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Dominique e Antonella raccontano l’entusiasmo che le ha accompagnate in questo progetto e le soddisfazioni raccolte.
Enrico ci racconta la preziosità e il valore del preparato 500 o cornoletame e soddisfa tutte le nostre curiosità sui metodi dell’agricoltura biodinamica in parole semplici, che dimostrano l’impegno di un secolo di chi ha voluto intraprendere questo percorso.
La pioggia e il fango non ci fanno desistere: raggiungiamo Monte Cavallo il punto più alto del luogo. Laggiù si vede anche il mare…
Paola Sucato aka ci_polla